Wednesday, September 15, 2010


Caro Dottor Celtic Freud, 
le scrivo dopo aver letto con grande ammirazione le risposte che ha dato a molte persone con problemi simili ai miei. Sono convinto che lei possa darmi davvero una mano e aiutarmi a superare questo momento difficile.
Il problema è uno solo: ho 29 anni e ancora non riesco a smettere di masturbarmi. In tram, al lavoro, a casa, mentre ceno. Non ci riesco. Chi non mi conosce vedrà solamente una mano in tasca, ma chi mi conosce sta cominciando a capire qualcosa. Ieri sera ho fatto piangere il drago pensando a Doro Pesch! Doro Pesch, cacchio. La sera prima ho “usato” Liv Kristine e quella prima ancora Karyn Crisis. Ma le donne del metal stanno per finire. E non vorrei davvero ritrovarmi a dover usare espedienti tipo questa foto in cui Cronos sembra una tipa per dare piacere a me stesso. Ma soprattutto: ci ho messi 43 minuti a scrivere questa mail con la mano sinistra. E’ una perdita di tempo inammissibile. Sto rischiando il lavoro e quello straccio di vita sociale che m’è rimasta, il Club Del Risiko del Lunedì sera.
Per favore, per favore!
Ringraziandola in anticipo
Thomas T.




Gentile Thomas (di cui abbrevio il cognome per anonimato),
ti ringrazio per le gentili parole e per la fiducia riposta nella Psicologia del Metal per la soluzione del tuo problema. Come dico sempre ai miei pazienti, il riconoscere una difficoltà è il primo passo per risolverla, anche se il percorso può essere molto accidentato e pieno di imprevisti.
Per prima cosa, cercherò di formulare una diagnosi sulla base delle informazioni che mi hai dato. So che non apparirò molto professionale per questo, in quanto per formulare una completa e corretta valutazione dovrei incontrare il paziente per almeno 5 volte. Tuttavia, so che chi soffre del tuo disturbo spesso non riesce a decidere di andare da un terapeuta (specialmente se di sesso femminile) per un comprensibile senso di vergogna, dunque andrò contro la procedura diagnostica standard per venirti incontro. Partiamo da una disamina dai due elementi principali che mi fornisci nella tua missiva:
  • Contesto di Sviluppo (CS). Se hai davvero 29 anni, vuol dire che sei nato nel 1980 o nel 1981. Ciò vuol dire che, da bambino, hai vissuto negli anni 80, ovvero il periodo in cui i media italiani cominciavano a mostrare le forme femminili in modo molto audace e prorompente. Molto probabilmente, tale esposizione a queste forme non è stata adeguatamente contenuta dai tuoi genitori (i quali non sono riusciti a farti capire che entità come Sabrina Salerno o Samantha Fox non esistono in natura) e ciò ha portato la tua mente a formare una rappresentazione distorta del genere femminile.
  • Musica (M). L’ascolto di una musica come il metal porta molti giovani (esclusi quelli che lavorano nella redazione di SOLOMACELLO) a non avere molti contatti con il genere femminile e dunque a non partecipare spesso a attività ludico-procreative. Considerando il tuo problema e ciò che fai il lunedì sera, presumo che tu non sia ancora ‘entrato in una donna’, per dirla senza tecnicismi*.

Devo sottolineare che CS e M, sebbene siano da considerarsi entrambi le cause del tuo disturbo, sono due fattori tra loro indipendenti (in altri termini, l’uno non causa l’altro e viceversa) ma mutualmente influenzantisi. Dunque, è la correlazione tra questi due fattori a essere patogena, non l’uno o l’altro presi singolarmente. Perciò, attraverso il calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson, si dimostra che:



Facendo riferimento al CFSDM-IV (ovvero il Celtic Freud Statistics and Diagnostic Manual, Quarta Edizione), un valore di r così alto permette di formulare la diagnosi di Disturbo Compulsivo dovuto a Fattori Ambientali Nefasti e a Deprivazione Continuata. Per risolverlo ti consiglio una terapia di tipo cognitivo-comportamentale di almeno 3 sedute a settimana presso la struttura del mio collega e amico dott. Celtic Jung.
Un caro saluto.
dott. Celtic Freud


*Caro Thomas, se per caso sei entrato a visitare la Statua della Libertà a New York, sappi che non è quello che intendevo dire.

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