Wednesday, December 28, 2005

METAL PER DIGERIRE LE FESTE

Siccome anche XL ha proposto una compilation di Natale, ci siamo sentiti in dovere di fare altrettanto. La nostra però si chiama 'XXL - extreme metal for obese people'. A voi, intenditori:

IMMORTAL ‘Battles In The North’ (Osmose Prod, 1997)

Per la teoria che “c’è solo un modo per fare le cose, ovvero il nostro che è il migliore” agli Immortal abbiamo dedicato il primo post di Solomacello. In copertina due ignoranti pittati che posano con le chitarre in mano sopra metri e metri di neve. Uno che canta “A spectral spiritkingdom rise, in stormscreens, covered by ice” potrà mai avere un futuro? Per quel che ci riguarda sì. Questo è metal, non scherziamoci tanto sopra.

WINTERLONG ‘Valley Of The Lost’ (Lionmusic, 2001)

Hanno un nome che si addice. Hanno delle facce intelligenti, specie quel Toni, ultimo a destra nella foto. Anche la copertina del disco è intelligente. Non parliamo poi di come si descrivono:
The ultimate album is finally finished, with a new fresh sound like the biggest storm.With a bass like the thunder, drums of doom, fast riffs and roaring vocals. The warriors of Winterlong now stands in arms... their album "Valley of the lost" is now avalible (cit., n.d. solomacello) in shops
Non abbiamo idea di chiccazzo siano, ma meritano di stare qui di diritto.

ENSLAVED ‘Frost’ (Osmose Prod. 1994)

Viking-black Metal, from Norway. Testi cantati in Norvegese: gli Enslaved se ne sciacquano le palle. Sei norvegese? Ok allora capisci, diversamente ti inculi. Quello che dovrebbero fare un po’ tutti. Nebbia, laghi ghiacciati e montagne in copertina. Una storia vera narra di una cricca di adolescenti che nel lontano 1996 ascoltavano ‘Frost’ a tutto volume d’estate nelle piscine comunali di una non nota cittadina del Nord Italia.



NEPTUNE TOWERS ‘Caravans To Empire Algol’ (Moonfog, 1994)

Quella in copertina è neve, guardate bene. Quell’ombra è una figura non identificata. Sarà uno stinco di maiale arrostito, chissà. Fatto sta che questo disco contiene due soli brani. La prima traccia è la title-track, la seconda si chiama ‘The Arrival at Empire Algol’. L’album dura tipo quaranta minuti, venti minuti a brano. Cornamuse distorte, allungate e paranoiche. Non ti viene voglia di uscire nemmeno per sbaglio. Hail the snow and let the solitude comes true!


WOLFHUNTER ‘Frostbitten Hymns From The Desolate’ (2004)

Black Metal from Gretna, LA, USA. Eh beh d’altronde in Lousiana le bufere di neve sono all’ordine del giorno. Figuriamoci i lupi. Per non parlare dei cacciatori di lupi. I panzer tedeschi poi sono passati a plotoni, rincorrevano i bufali (prima che arrivassero i lupi e le tempeste di neve, ovviamente, cosa che ha fatto girare i ciglioni ai bufali e anche ai panzer). Cazzo il black metal è nato qui, poche balle, altrimenti cosa ci farebbero tutti sti negri da quelle parti? Se i Living Colour fossero nati qui lo avrebbero inventato loro, il black metal, come ci insegna Seth Putnam.

BLACK SABBATH ‘Vol.4’ (Vertigo, 1972)

In questo disco c’è il brano ‘Snowblind’, che vuol dire “accecati dalla neve”. Sìsì qui si parla di quella neve, quella che scende e che permette a tutti di andare a sciare. Esattamente. Non è una metafora, no no no no.







SONS OF NORTH ‘Sons Of North’ (2004)

Cioè questi vengono dal nord, dalla Russia. Vuoi mettere che freddo fottuto fa da quelle parti (non a caso un pezzo si intitola ‘Hard Winter’)? Pensati Babbo Natale che molla una renna davanti a una casa sperduta in Siberia, entra dal camino bestemmiando, salta giù e si trova di fronte questo bell’ometto qui in foto che gli urla SIEG HEIL e lo scanna sul posto scambiandolo per uno dell’Armata Rossa (cazzo volete, le notizie arrivano in ritardo in Siberia!). Metal!



NATTEFROST ‘Blood & Vomit’ (Season Of Mist, 2004)

Con un nome e un titolo del genere secondo voi non dovevamo mettere ‘Blood & Vomit’ di Nattefrost (leader dei Carpathian Forest) fra i dieci dischi “che parlano di neve”? A noi viene in mente una chiazza di sangue, vicino ad una di vomito su una massa di neve. Sarà mica passato da queste parti, Nattefrost? Qualcuno l’ha visto? Poi, diciamocela tutta: se intitoli un pezzo ‘Nattefrost Take A Piss’ sei il migliore di tutti e Dani dei Cradle ti può fare non una ma due seghe.



CROWBAR ‘Odd Fellows Rest’ (1998)

Non sono norvegesi, non parlano di freddo black metal e neve. Però sono il metal obeso per eccellenza e ci sembrava obbligatorio citarli, nonché dare loro l’onore di chiudere la compilation. E poi in questo disco c’è un pezzo che si chiama ‘December’s Spawn’, ed è un pretesto più che sufficiente per cacciarceli dentro.

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