Tutti noi siamo cresciuti, fra un po' di black e un po' di death, anche con gruppi dal potenziale commerciale un po' più spiccato. Non roba da mammolette, ma insomma i Fear Factory fino a Demanufacture erano pettinati. Poi già quando han tirato fuori quella troiata di Remanufacture coi remix di METAL in versione UNZA allora già non andavano più bene. Già l'apertura mentale è da condannare, ma vabbeh, se si tratta di aprirsi al black o al death uno può anche apprezzare. Però se si tratta di aprirsi alla musica DA DISCOTECA con la CASSA IN QUATTRO allora no. Non va bene. La musica da discoteca è per quelli di Cologno Monzese o Quarto Oggiaro. Quelli che si prendono le paste e che truccano il motorino. Che poi appena compiono tredici anni mollano le paste e cominciano con la cocaina. Quelli che i capelli ce li hanno lunghi solamente didietro. Quelli che beccano le tipe e che le mettono incinta perchè tanto hanno il lavoro sicuro all'officina e comunque non se lo sanno infilare un preservativo su quel cazzetto. E comunque la tipa ha quindici anni quindi il padre di lei gliela fa sposare. Ma ora stiamo divagando.Comunque è venuto il momento di ripristinare la rubrica delle recensioni di SoloMacello. Non fosse per un altro motivo, perchè la città è ancora deserta e non ci sono indie del porcodio da rapire e torturare e far soffrire ricordando loro che, da una statistica ufficiale dell'American Sexuology Association, risultano "gli ascoltatori di musica meno dotati sessualmente del pianeta terra".*
Eccoci alla recensione. Il disco è il disco del nuovo gruppo di quel ributtante ciccione di Dino Cazares. Il gruppo si chiama Divine Heresy (bel nome del cazzo) e se vedete questa copertina (bella copertina del cazzo) tirate dritto che è meglio spenderli in un altro modo quei 18 euris.

Il disco fa cacare ma proprio cacare a spruzzo. Quando ero in vacanza e mangiavo i frutti proibiti che la terra mi dava cacavo meno a spruzzo di quanto ho cacato a spruzzo ascoltando i Divine Heresy. Il concetto è questo: PERCHE' uno che è riuscito a babbarci tutti come un innovatore, un coraggioso, un pioniere, passati dieci anni e fattosi sbattere fuori dal gruppo che lui stesso ha messo su, ritorna con un'altra serie di scorreggie uguali ai due lustri prima, ma scritte peggio, suonate peggio e prodotto peggio? Soprattutto visto che tutti i gruppi di pischelli a cui han regalato una chitarra elettrica ora suonano meglio e con idee più interessanti, e soprattutto senza tirar dentro negri in formazione, che è poi la cosa più grave. Va bene sputtanarsi, va bene fare un disco di merda e beccarsi qualche pacca sulla spalla in nome dei vecchi tempi, ma il negro NO. Il metal è per bianchi. I negri hanno le loro musiche, suonino quelle. Il metal, per favore, lasciamolo ai bianchi. Altrimenti quando si mischiano colori e generi vengon fuori aberrazioni come gli UB40 che malgrado la loro fortuna di essere nati bianchi hanno buttato via decenni a scrivere e suonare col culo musica da negri.

* Dall'American Medical Journal del 6 Giugno 2006.





