
Comunque è venuto il momento di ripristinare la rubrica delle recensioni di SoloMacello. Non fosse per un altro motivo, perchè la città è ancora deserta e non ci sono indie del porcodio da rapire e torturare e far soffrire ricordando loro che, da una statistica ufficiale dell'American Sexuology Association, risultano "gli ascoltatori di musica meno dotati sessualmente del pianeta terra".*
Eccoci alla recensione. Il disco è il disco del nuovo gruppo di quel ributtante ciccione di Dino Cazares. Il gruppo si chiama Divine Heresy (bel nome del cazzo) e se vedete questa copertina (bella copertina del cazzo) tirate dritto che è meglio spenderli in un altro modo quei 18 euris.

Il disco fa cacare ma proprio cacare a spruzzo. Quando ero in vacanza e mangiavo i frutti proibiti che la terra mi dava cacavo meno a spruzzo di quanto ho cacato a spruzzo ascoltando i Divine Heresy. Il concetto è questo: PERCHE' uno che è riuscito a babbarci tutti come un innovatore, un coraggioso, un pioniere, passati dieci anni e fattosi sbattere fuori dal gruppo che lui stesso ha messo su, ritorna con un'altra serie di scorreggie uguali ai due lustri prima, ma scritte peggio, suonate peggio e prodotto peggio? Soprattutto visto che tutti i gruppi di pischelli a cui han regalato una chitarra elettrica ora suonano meglio e con idee più interessanti, e soprattutto senza tirar dentro negri in formazione, che è poi la cosa più grave. Va bene sputtanarsi, va bene fare un disco di merda e beccarsi qualche pacca sulla spalla in nome dei vecchi tempi, ma il negro NO. Il metal è per bianchi. I negri hanno le loro musiche, suonino quelle. Il metal, per favore, lasciamolo ai bianchi. Altrimenti quando si mischiano colori e generi vengon fuori aberrazioni come gli UB40 che malgrado la loro fortuna di essere nati bianchi hanno buttato via decenni a scrivere e suonare col culo musica da negri.

* Dall'American Medical Journal del 6 Giugno 2006.